Di Cristiana Alicata, Huffington Post – Questa volta non era facile decidere cosa “fare” e da che parte stare. Non era facile per tutto quello che è successo a Roma, per quella che per me resta una cosa profondamente sbagliata: avere fatto saltare l’esperienza di Ignazio Marino e così quella di un’intera classe dirigente diffusa a tutti i livelli e su tutti i municipi. Sono passati tanti anni ma quell’atto assurdo, quello di far saltare il proprio sindaco e un collettivo di persone preparate sulla città per me resta qualcosa di grave e che politicamente non si è mai deciso di affrontare davvero.
Ho scritto a lungo sul tema (sul mio blog trovate tantissimi interventi) e adesso non ci voglio tornare.
Il centro sinistra è arrivato alla sfida di Roma impreparato come collettivo, ma con tantissime individualità competenti alle quali è mancata la capacità di fare sistema, di delineare una visione di Roma profonda, dettagliata e da mettere a terra in modo efficiente.
Per molte settimane ho cambiato idea mille volte su quale sindaco votare e se votare o no Pd. Ora ho deciso. Decidere e smettere di tacere significa prendere posizione. Significa anche rischiare qualcosa, nel mio caso poco, giusto un po’ di reputazione con alcuni di voi (15 lettori di manzoniana memoria), ma ho deciso di farlo per i motivi che vi dico qui sotto:
1) Penso che la città non possa permettersi altri errori. Azzerare Marino per avere 5 anni di Raggi è stato un errore politico, roba da ritirarsi nel deserto per 40 anni e sparire dalla scena politica. Era Roma, non un videogioco (cit.). Ma, c’è un ma: pensare che il centro sinistra debba essere punito elettoralmente e pensare che le alternative possibili sono Raggi e Michetti è come darsi le randellate in testa e pensare che faccia bene.
2) La città è in ginocchio, non si scherza più. E’ sporca, non funziona, non è unita, è incazzata, è preda di autoreferenzialità sempre più incancrenite, è povera di opportunità, è difficile.
3) Continuo a restare coerente con me stessa. Credo nel maggioritario, detesto i partiti personali, quelli che senza i fondatori non avrebbero nemmeno il 2%. Li considero progetti senza gambe, senza una versa visione di lungo termine. Per questo non vedo speranza nei progetti di Azione e di Italia Viva, anche se do il merito a Calenda di avere tentato di fare una campagna elettorale dignitosa nei contenuti (a parte le sue intemperanze caratteriali che sono il suo limite alla mia fiducia nell’uomo e quindi nel suo progetto) e di avere coinvolto moltissime individualità competenti.
4) Voterò Gualtieri. Gualtieri è un uomo di concertazione. Lo sta dimostrando abbastanza bene. Se come pare arriverà al ballottaggio, penso che possa vincere contro Michetti e quindi sarà molto importante che intorno a lui ricevano consenso quelli bravi e non le “bande armate” (ci siamo capiti)
5) Ho pensato di votare Roma Futura ma non ce la faccio a dare il voto all’ennesimo progetto nato sotto elezioni anche se pieno di persone che stimo. Ma se li votate state votando comunque bene.
6) Voterò Pd. Penso che il Pd non esista più, soprattutto a Roma. E’ una banda di correnti + gruppi di buoni sparsi e male organizzati anche perché molti di noi (sì, scusate mi metto tra i buoni, me lo posso permettere almeno a Roma) se ne sono andati, si sono scazzati, si sono messi in esilio volontario, brontolano dai social sperando che torni un momento per scendere in campo. Penso ancora testardamente che dentro il Pd ci sia ancora più brava gente che altrove. E’ una questione di numeri. Se anche in Azione e IV che hanno il 2% fossero tutte brave persone, nel Pd ce ne sarebbero comunque ancora di più e le comunali hanno questa cosa che a me piace poco delle preferenze (perché non le esprimono tutti, l’ho detto spesso, che questo favorisce molto il clientelismo di alcuni), ma almeno possiamo decidere se dare forza a tizio piuttosto che a caio.
7) Voterò per Sabrina Alfonsi e Maurizio Veloccia. A questa tornata elettorale si stanno candidando tantissime persone che conosco e che stimo. Tantissime che sono state interrotte in quell’ottobre del 2015. Voglio dare a quella esperienza un’altra opportunità e metterò a disposizione il mio voto per due persone che all’epoca erano presidenti di Municipio: Sabrina Alfonsi (sono anche felice che il Pd abbia messo Sabrina capolista) e Maurizio Veloccia. Sabrina è stata una presidente inclusiva, che ha puntato molto sul collettivo, che ha ascoltato tanto e che si è confrontata e che conosce bene la città. In questi anni siamo rimaste sempre in contatto confrontandoci nei momenti difficili della città e del Paese, ho trovato una persona lucida politicamente capace di tenere la testa sulla visione e la pratica sul territorio efficace e senza mai eccedere in protagonismo. Maurizio è ingegnere, è un gran testone, è un ragazzo di partito come si faceva una volta, anche lui è uno che la città la conosce e sa dove mettere le mani. Il loro buon risultato non farà bene solo a loro ma farà bene anche al Pd per ripartire e quando dico Pd non mi riferisco al “brand” Pd, ma alla storia della sua comunità che deve ritrovare una casa comune, in qualsiasi modo e sotto qualsiasi nome quella comunità resterà raccolta. Va tenuta insieme, voto sperando che il mio voto sia un pezzettino per tenere insieme quella comunità.
P.S. sono molto felice che tantissime persone LGBTQI in tutti i partiti e a tutti i livelli amministrativi si stiano candidando. E’ un segno di salute della comunità e auguro a tutti loro di fare un grandissimo risultato e di dare un ricco contributo in termini di inclusività alla città.
Devi essere connesso per inviare un commento.
Leave a Reply