di Roberto Gualtieri – La grande attenzione con cui i romani, esperti e non esperti del settore, hanno seguito il recentissimo dibattito sui musei, dimostra un’affezione diffusa al patrimonio della città, decisamente trascurato in questi anni. Su questo tema vorrei fare una considerazione di metodo e alcune di merito. Sul metodo, è fondamentale che su un tema come questo chi si candida a governare Roma si confronti con la ricca e qualificata comunità scientifica che studia e conosce a fondo l’archeologia, la museologia, la storia dell’arte etc. Il rischio altrimenti è quello di presentare proposte “approssimative e frettolose” (per citare le autorevoli parole del prof. Volpe) come quella di Carlo Calenda di “unificare” le collezioni del Museo Nazionale Romano, dei Musei Capitolini e di quello della civiltà romana dando vita al “Museo Unico Romano”: un’idea profondamente sbagliata oltre che legalmente e tecnicamente irrealizzabile. A questo proposito stupisce davvero che, nonostante le fondate inappellabili critiche di tutti gli specialisti del settore (persino Sgarbi che per ragioni politiche ha difeso Calenda in realtà parla di “biglietto unico” ai diversi musei e si guarda bene dal sottoscrivere l’assurdità del “museo unico”), Calenda l’abbia riproposta talee quale sulle pagine del Messaggero lanciandosi in una singolare polemica contro “l`accademia”. Noi proponiamo un metodo diverso: la nostra propostaègià frutto del dialogo e dell’ascolto con molti specialisti del settore, echiederemo alla comunità scientifica di aiutarci già nelle prossime settimane per definirne i dettagli, e poi per realizzarla negli anni di governo. Veniamo al merito. Roma ha una storia museale stratificata e diffusa che va protetta, ma anche valorizzata e messa in rete con iniziative concrete e investimenti seri. Più chea assurdi spostamenti di collezioni storiche, occorre pensare a un sistema per integrare e coordinare la gestione e la fruizione di musei e aree archeologiche appartenenti a diversi soggetti (Stato, Roma Capitale etc.) per biglietto unico, attività didattiche e culturali, promozione e comunicazione etc. L’obiettivo è quello di potenziare la fruizione dell’intero patrimonio della città in tutte le sue epoche, nel rispetto delle collezioni storiche e creando sinergie, reti e percorsi museali: le grandi famiglie romane, la Roma antica, la Roma risorgimentale, la Roma unitaria, la Roma Barocca. Roma è un museo diffuso che va salvaguardato ma soprattutto reso fruibile attraverso competenze, accordi e soprattutto investimenti nella cultura, a partire dal personale specializzato. In secondo luogo proponiamo di istituire il Museo della Storia di Roma, partendo dal vecchio Plastico di Gismondi del Museo della Civiltà romana (oggi chiuso) da affiancare coni risultati dello straordinario lavoro realizzato da Andrea Carandini e dalla sua scuola dell’Atlante di Roma antica. Un museo che racconti in modo chiaro, efficace ed emozionante l’evoluzione della città soprattutto con modalità multimediali e che sia una sorta di “porta di accesso” ai musei e alle aree archeologiche e artistiche di Roma di cui va poi rafforzata la intellegibilità e la fruibilità in loco con l’ausilio delle nuove tecnologie come aveva iniziato a fare Ignazio Marino peri Fori e come ora i rilevanti risultati scientifici della “scuola romana” di archeologia consentirebbe di fare in modo sorprendente. Per quanto riguarda la sede del museo stiamo verificando di riprendere l’ipotesi di realizzare il Museo nell’edificio comunale dell’ex Pantanella a via dei Cerchi, in una zona strategica per la visita alla città archeologica, spostando altrove gli uffici. Ciò permetterebbe di far riacquisire all’edificio la sua antica funzione, ossia di “Palazzo dei Musei di Roma”, secondo la ristrutturazione fatta all’inizio degli anni Trenta del XX secolo dell’ex stabilimento industriale Pantanella. Inaugurato nel1930, il “Museo di Roma” fu dismesso nel1939 e le collezioni trasferite in parte a Palazzo Braschi e in parte all’Eur, nel Museo della civiltà romana, dalle straordinarie collezioni anche didattiche, purtroppo chiuso da tempo, e comunque allontanato in maniera incoerente dalla zona nevralgica della Roma antica. Una capacità didattica attraverso i plastici della collezione, i reperti esemplificativi e le ricostruzioni, che va oggi implementata con nuovi mezzi multimediali, realtà aumentata, proiezioni, e apparati digitali. Il progetto assolverebbe dunque auna triplice funzione: restituzione di un antico palazzo nel centro di Roma alla sua antica destinazione museale, sottrazione dall’oblio dello straordinario Museo della civiltà romana su cui si sono formate tutte le scolaresche dei decenni passati ma che si aprirebbe a un pubblico immensamente più vasto, introduzione aggiornata e divulgativa sulle nuove ricerche archeologiche ai cittadini eai turisti alla visita della Roma antica. In tal modo la visita ai Musei Capitolini fornirebbe un completamento storico a quella dei Fori, del Palatino e di tutte le aree archeologiche adiacenti. Non va dimenticato un collegamento, attraverso biglietti integrati e collegamenti con l’altra parte della collezione un tempo ospitata in via del Cerchi, il Museo di Roma a Palazzo Braschi (da11952), che testimonia i fasti e le trasformazioni della Roma Barocca, settecentesca e ottocentesca, recentemente riallestito con apparati didattici moderni e aggiornati e che merita di essere maggiormente conosciuto. Infine, partendo dal protocollo del dicembre 2020 tra Mure Mic e utilizzando le ingenti risorse messe a disposizione dal Pnrr nel campo del patrimonio culturale proponiamo di ragionare sull’istituzione di una “Unità integrata territoriale per il patrimonio culturale” il cosiddetto “policlinico del patrimonio culturale”, integrando Università, Cnr, Soprintendenze, Musei, Parchi, terzo settore per missione competente, candidando Roma ad essere la sede di una grande sperimentazione scientifica e culturale di formazione e ricerca intorno al compito straordinario e universale di elaborare la memoria della città che è stata il cuore e i centro della civiltà occidentale ordinandola nello spazio e nel tempo.
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