di Giuseppe Alberto Falci – A Questa volta Alfio Marchini non sarà della partita. L’imprenditore della Capitale che nel 2016 provò la scalata al Campidoglio, sostenuto da Silvio Berlusconi, preferisce restare un passo indietro. «Atrio non vuole esporsi, non vuole interferire» dice di lui chi lo sente abitualmente. Eppure un pezzo di quel mondo «marchiniano» ora mette a disposizione quell’esperienza e quel bacino di voti all’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, il candidato del centrosinistra. C’è chi sostiene che la mossa abbia un doppio effetto: intercettare l’elettorato moderato spaventato dalla destra «sovranista» di Enrico Michetti e dissuadere chi guarda con interesse alla discesa in campo per Roma di Carlo Calenda. Certo è che Alessandro Onorato — 4oenne, imprenditore, eletto per la prima volta a Palazzo Senatorio nel 2006 con una lista civica a sostegno di Walter Veltroni, un breve passaggio nell’Udc e infine capogruppo in Campidoglio della Lista Marchini, 6 mila voti alle ultime Comunali non sarà in campo ma coordina il progetto: «Noi — dice al Corriere — abbiamo dimostrato con il nostro lavoro che quando si tratta di affrontare i problemi di Roma destra e sinistra assumono un valore relativo». Da queste premesse nascono le basi di una lista che, per dirla con Onorato, «annovera medici, architetti, imprenditori, accademici, sportivi, molti dei quali non hanno un partito di riferimento». Onorato rifiuta, dunque, la vulgata di «cartello democristiano» in forza a Gualtieri. «Noi vogliamo coinvolgere la maggioranza silenziosa della città, che non dibatte sui social, che non è no vax, consapevole che la situazione, dopo 5anni di Raggi, è gravissima». Al suo fianco, alla regia c’è Raffaele Ranucci, imprenditore alberghiero, già senatore Pd, che ha rivestito diversi ruoli anche nello sport e conosce la Capitale come pochi. «La nostra iniziativa nasce per far sì che in questa città le professionalità, che sono tante, si impegnino». Ranucci rievoca l’esperienza di Walter Veltroni. E in particolare quando fra il 2003 e il 2004 «una delegazione si trasferì a Milano per tre giorni a spiegare il modello della Capitale. Ora è tutto ribaltato. E Gualtieri è il nostro Draghi». In questa lista ci sarà Giorgio Trabucco, 27 anni, eletto consigliere municipale della lista civica Marchini nel 2016 con 564 preferenze. Ci riprova un’altra vecchia conoscenza della galassia «marchiniana», quel Marco Antonelli detto «Cesare» titolare di un ristorante a via Arenula noto per essere meta fissa dei Màneskin. In lista anche Monica Lucarelli, 48 anni, ingegnere, già presidente dei giovani di Confindustria nella Capitale; Gianpi Battistoni, storico presidente dei commercianti di via Condotti ed ex presidente del Circolo Canottieri Roma; Giulio Anticoli, presidente dell’associazione Botteghe storiche di Roma. Cinque anni fa la lista di Marchini ottenne 55.027 voti, più di Forza Italia. E adesso a quanto puntano i Marchini boys? «Non ce lo poniamo questo problema» replica Onorato. Che poi aggiunge: «Ci siamo posti come obiettivo il vero cambiamento della città e siamo profondamente convinti che l’unico in grado di farlo sia Gualtieri e — dato il riscontro che stiamo avendo, grazie anche alla grande squadra di professionisti che stiamo mettendo in campo — siamo certi che la nostra sarà una piacevole sorpresa». Al punto che qualcuno inizia a sospettare che potrebbe arrivare a superare quella del Partito democratico. «La nostra gara non è certo con il Pd» sorride. Seminai, «pensiamo a prendere i voti dell’altro campo». Vada sé, il campo moderato.
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