Comune non ha investito su settore, noi lo riporteremo nei suoi luoghi
(DIRE) Roma, 14 set. – “Sono molto contento di questa interlocuzione avviata con grande impegno e ascolto. Partiamo da due dati importanti: il primo è la portata della crisi che ha investito il mondo e i soggetti della cultura e delle culture, molto per l’impatto drammatico della pandemia ma anche per ragioni più profonde legate a errori politici di questi anni e a un più profondo deficit di costruzione di forme politiche che aiutassero a strutturare una rete delle culture; il secondo è che con la pandemia c’è stato paradossalmente un aumento dei consumi culturali che però stati tutti mediati, nel distanziamento fisico e sociale, prevalentemente dalle piattaforme virtuali.
Un’amministrazione seria avrebbe dovuto immediatamente investire in modo straordinario per riportare la fruizione della cultura nei suoi luoghi, questo non è stato fatto e io credo che sia giusto che la prossima Estate Romana sia memorabile da questo punto vista, rappresentando il luogo dove tutto questo fermento trovi un momento di celebrazione, incontro e rinascita della ripartenza”. Lo ha detto il candidato sindaco del centrosinistra a Roma, Roberto Gualtieri, intervenuto stasera a ‘Culture diffuse’, evento organizzato al Teatro Marconi da Forum Terzo Settore Lazio, Feditart – Federazione Italiana Artisi Lazio, Arci Roma, Corsa – Coordinamento Regionale Scuole d’Arte, Utr – Unione Teatri di Roma e Forum Nazionale per l’Educazione Musicale con l’obiettivo di riunire le associazioni culturali romane per favorire la rinascita della cultura della Capitale.
Crisi a parte, “dall’altro lato fortunatamente abbiamo una vitalità straordinaria del tessuto culturale e associativo diffuso della città, un tessuto che esiste, resiste propone e crea e che è interlocutore fondamentale per immaginare una rinascita di Roma come grande città della cultura”, ha aggiunto Gualtieri. Sottolineando quindi che “abbiamo due estremi, una parte critica e negativa ma anche le risorse per uscire in modo strutturale, stabile e non congiunturale da questa difficoltà”. Questo però “richiede visione e metodo. La visione è dire che Roma deve essere una grande Capitale della cultura su due dimensioni fondamentali: da una parte il respiro di un settore che sia centrale nell’identità, nella crescita e nell’attrattività di Roma come grande metropoli europea che investe e produce cultura di qualità, dall’altra la prossimità, quella città dei 15 minuti che non va considerato come una chimera, perché tutte le grandi metropoli stanno misurando su questo la rivoluzione della concezione degli spazi urbani in termini di coesione e inclusione. E la prossimità dei servizi pubblici non può non considerare primaria la cultura diffusa in tutta la città”.
Per quanto riguarda il metodo, ha proseguito l’ex ministro “parliamo di una serie di ponti, un metodo maieutico di dialogo e ascolto. Serve una trasversalità della dimensione della cultura che stia sì dentro le politiche culturali propriamente dette, ma anche dentro la formazione e il sociale, intendendo quindi la cura come valorizzazione e inclusione delle capacità di ciascuno. E oltre a questo servono concertazione e concretezza, ed è il motivo per cui proponiamo il Consiglio della Cultura: un organo posto in alto nella gerarchia degli assetti del Campidoglio includendo tutti gli attori e i soggetti di questo mondo e presieduto dal sindaco, che sia capace di declinare e tradurre nelle varie dimensioni l’importanza e la centralità della cultura anche a livello esecutivo”. Infine, ha concluso Gualtieri, “coprogettazione e valorizzazione del patrimonio pubblico e degli spazi abbandonati gestendo i beni comuni in grande partnership con il mondo associativo per avere luoghi e forme della cultura diffusi, perché oggi non ce ne sono abbastanza”.
Devi essere connesso per inviare un commento.
Leave a Reply