di Roberto Gualtieri – Ho ricevuto e apprezzato molto, sia nell’impostazione sia nei contenuti, la “lettera aperta” ai candidati a Sindaco di Roma inviata dalla Commissione per i musei naturalistici e i musei della scienza dell’Accademia Nazionale dei Lincei, che si è fatta “interprete di un’esigenza che viene dal tessuto sociale” e che ha per titolo “Roma, città della scienza: per un’Agorà della conoscenza e del metodo scientifico”.
Ritengo che quelli della scienza siano valori ineludibili, ancor di più oggi che siamo chiamati a misurarci con domande epocali e questioni aperte, talvolta molto preoccupanti, che spaziano dalla conservazione dell’ambiente naturale ai cambiamenti climatici, dalle sfide della fisica a quelle della chimica e della bio-medicina, dalle potenzialità di una tecnologia che in certi casi rischia di sfuggirci di mano ai limiti di uno sviluppo agro-alimentare mai davvero decollato. Per non parlare delle insidie delle fake news, delle pseudo-scienze e, più in generale, della modesta attenzione alla cultura scientifica.
Nondimeno, Roma è davvero una “città della scienza”. In essa si ritrovano atenei, centri di ricerca e laboratori di primissimo piano nello scenario nazionale e internazionale. Quantitativamente, secondo i dati di un rapporto diffuso nel 2017 dal Ministero dello sviluppo economico, si stima che nella città operino decine di migliaia di docenti universitari (per non dire degli studenti), di ricercatori, di tecnici specializzati… È un patrimonio umano che non può rimanere separato dalla vita e dalla cultura cittadina. È una vocazione della capitale che da troppo tempo non ha trovato una manifestazione concreta che operi per la diffusione della conoscenza e del metodo scientifico.
Accolgo dunque positivamente la sollecitazione dell’Accademia Nazionale dei Lincei. In particolare, apprezzo molto l’idea, formulata in un recente articolo comparso su Huffington Post, nel quale si chiarisce meglio l’idea di Agorà: un luogo cioè che possa essere sede di dialogo fra le culture e promuovere la necessaria sinergia fra le varie risorse che in campo scientifico già esistono a Roma; in questo quadro, le formidabili realtà museali (universitarie e non solo) presenti in tutta la città verrebbero affiancate e armonizzate da una struttura centrale con funzioni di raccordo e di promozione, combinando le potenzialità di un museo diffuso con quelle di un luogo centrale identitario e polifunzionale.
È su queste basi che questa proposta troverà corrispondenza nel programma col quale mi presento ai cittadini romani. Ciò premesso, è giusto che l’Accademia ci interroghi, nella conclusione dell’appello, sulla possibilità di destinare al progetto parte delle risorse stanziate dal PNRR. Come è noto, a patto di avere le idee chiare e progetti solidi, il Piano ci consegna l’opportunità di fare emergere, in tempi brevi, le grandi potenzialità di Roma nell’ambito dei saperi, della cultura e della ricerca. Non c’è dubbio che il progetto del Museo della scienza, innestandosi in questo solco di rilancio della città, possa essere sostenuto nell’ambito del PNRR. Occorrerà integrare le azioni di rigenerazione urbana presenti nella Missione 5 del Piano, destinate al recupero, riutilizzo e alla rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti, con la componente presente nella Missione 1 dedicata al “patrimonio culturale per la prossima generazione”, che prevede una strategia digitale con piattaforme per la fruizione del patrimonio culturale e lo sviluppo di servizi per la sua la messa in rete.
In conclusione, desidero rivolgere un sentito ringraziamento alla Commissione per la disponibilità manifestata a collaborare alla fase progettuale, di cui non mancherò di approfittare.
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